Vulci

Parco Naturalistico Archeologico

Responsabile
Dott.ssa Simona Carosi
e-mail: simona.carosi@beniculturali.it 

Per visitare il parco di Vulci e la Tomba François (prenotazione obbligatoria) rivolgersi alla Fondazione Vulci: www.vulci.it; e-mail: info@vulci.it .

Biglietteria: aperta tutti i giorni dalle ore 9 in inverno e dalle ore 10 in estate, fino alle 18.
Si consiglia di verificare preventivamente gli orari.

Telefono 0766 89298 Fax (+39)0766 879024; per informazioni e prenotazioni rivolgersi allo (+39) 0766 879729 dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 17,30.

Biglietto intero: € 8,00. Riduzioni

COME ARRIVARE

Oltre al Parco puoi visitare il Museo di Vulci, ospitato nel Castello della Badia, oggi di competenza della Direzione Regionale Musei  Lazio.


Il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci nasce il 12/7/1999 grazie ad una convenzione sottoscritta dal Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali e dagli Enti Locali interessati, la Regione Lazio ed i due Comuni di Canino e Montalto di Castro (VT) recentemente rinnovata, l'11.12.2019 con importanti novità, come la durata ventennale che consente una più mirata programmazione delle attività. La convenzione, che si configura come un primo esperimento per la gestione integrata dei beni culturali e ambientali di una delle zone più belle del Lazio, prevede il conferimento al Parco dei beni demaniali di proprietà statale mentre gli enti locali si impegnano in particolare alla realizzazione delle opere ancora mancanti; la gestione del complesso è affidata ad una società mista pubblico–privata creata dal Comune di Montalto di Castro anche per questo obiettivo.

La storia

Vulci, esplorata archeologicamente a partire dall’ 800, è una delle metropoli dell’Etruria marittima nota nelle fonti con il nome etrusco Velx, greco Velzna.

Il centro, nato nel il Bronzo Finale (XI secolo a.C.), si sviluppa fino alla conquista romana del 280 a.C.; eretta a municipio in epoca tardo-repubblicana, continua a vivere fino ad età tardo antica: rifrequentato in epoca alto-medievale, l’insediamento continua, al di la del fiume Fiora, con l’abbazia benedettina fortificata di S. Mamiliano, della quale resta traccia, oltre che nei documenti archivistici, anche nel Castello della Badia, una struttura attestata fin dal IX secolo che oggi ospita il museo di Vulci.

La fase etrusca è documentata soprattutto dalle necropoli, dislocate a corona intorno all’area urbana mentre la città vera e propria conserva soprattutto resti di epoca romana. Per un concorso di fortunate circostanze l’ambiente naturale si è conservato assai simile al paesaggio ottocentesco della Maremma laziale, il cui fascino attirò tantissimi studiosi e viaggiatori.

Itinerari

Grazie all’attività svolta fin dal 1994 in base alla legge 160 del 1988, il Parco ha potuto beneficiare di numerosi interventi di ricerca, conservazione e restauro finalizzati alla creazione di itinerari all’interno del Parco, per consentirne la massima fruizione.

Per quanto riguarda la città, tra i resti più significativi è la cinta muraria. La monumentale Porta Ovest è databile alla seconda metà del IV sec. a. C.: l'ingresso è difeso da un avancorpo di forma triangolare al cui interno è uno stretto passaggio pedonale a forma di Y. La Porta Nord, di cui si conservano resti più modesti, ha restituito un deposito di oggetti votivi databile tra il III e il I sec. a. C. Attraverso Porta Est si raggiungeva il fiume Fiora, il porto fluviale e diverse strutture di tipo produttivo. Tra i tratti di mura conservati possente è quello che difende il versante est dell’acropoli etrusca: in questo punto la struttura ha uno spessore di circa 4 mt e si conserva per un notevole alzato.

Nell’area del Foro il Tempio Grande, di cui si conserva il basamento, è stato in uso da età tardo arcaica a quella romana; la zona del foro è dominata da due strutture che da sempre sono visibili sul pianoro di Vulci, il cosiddetto Edificio in laterizio e l’Edificio absidato, forse una piccola basilica tardo romana.

Nei pressi del Foro sono stati riportati in luce diverse domus tra le quali spicca la domus del Criptoportico, lussuosa dimora aristocratica che risale alla fine del II sec. a. C.; nella domus immediatamente adiacente particolare importanza ha un Mitreo, da cui provengono due pregevoli gruppi statuarii ed altri marmi connessi al culto.
Nel recinto delle necropoli, che si sviluppano ad anello intorno alla città, particolare importanza rivestono le necropoli orientali, con grandi monumenti funerari etruschi, in particolare il tumulo della Cuccumella e la tomba François.
Le necropoli occidentali sono state oggetto di recenti scavi che hanno portato alla luce due ipogei monumentali, quello della Sfinge e quello delle Mani d'argento: l'intera area insieme alla Tomba dei Soggetti intagliati è ora aperta al pubblico.