Presentazione della Campagna di Indagini 2017 al Santuario di Diana a Nemi (Rm)

Nemi (Rm)

7 settembre 2017, ore 18 - Conferenza

Nemi
Nemi

Il Santuario di Diana a Nemi costituisce uno dei luoghi di culto più antichi e noti dell’antichità latina. Situato in uno scenario paesaggistico rimasto ancora intatto nonostante la sua vicinanza a Roma, evoca ancora il fascino legato alla figura della dea che vi era venerata e al rituale della successione cruenta del suo sacerdote, il rex nemorensis.

Come spesso accade per monumenti e complessi sacri dell’antichità noti “da sempre”, anche il Santuario di Diana ha ancora molto da far scoprire.

Ne sono prova i rinvenimenti che ogni anno ci riserva, da quando, nel lontano 1989, dopo decenni di abbandono, la Soprintendenza ha avviato campagne di scavo e di restauro che procedono tuttora. Dal 2003 è iniziata la proficua collaborazione con l’Università di Perugia – Dipartimento Uomo e Territorio. Successivamente, negli anni 2004-2005, l’acquisto del monumento, da parte dell’Amministrazione comunale, ha reso possibile la realizzazione di interventi di restauro particolarmente delicati.

Le indagini si sono dapprima concentrate sulla terrazza superiore dove è stato riportato alla luce un ninfeo e quello che molto probabilmente è identificabile con il luogo di culto più antico, il bosco sacro databile alla tarda età del bronzo (XIII-XII  secolo a.C.). Dal 2007 gli scavi interessano l’area del Tempio che ha riservato le sorprese maggiori. Sono state infatti individuate varie fasi costruttive che dal IV sec.a.C. arrivano fino al I sec.a.C. e, soprattutto, una struttura più antica, risalente al V sec.a.C., inserita all’interno del podio. Molti i materiali votivi: statuine in terracotta e bronzo, iscrizioni e recipienti con dediche a Diana, a testimoniare una continuità del culto attraverso i secoli.

Dal 2013-2014 fino al 2017 sono stati effettuati importanti restauri per garantire la corretta conservazione sia del podio sia della struttura di V sec.a.C., grazie al contributo del Comune di Nemi, che ha sempre dimostrato un reale e fattivo interesse per la valorizzazione del proprio patrimonio culturale.

Di prossima realizzazione è il rifacimento della tettoia del portico inferiore, con un modello che ne ripropone l’originaria volumetria.

Un’ulteriore e significativa conferma dell’utilità e del valore di una corretta collaborazione tra la Soprintendenza, Enti di ricerca ed Enti locali, per lo studio, la valorizzazione e la tutela del nostro patrimonio culturale.