UNO SGUARDO DAL PONTE – Il Ponte della Badia e “Il Ponte Rotto”a Vulci

Canino (VT) – Loc. Vulci - SABAP-RM-MET e Fondazione Vulci

23 settembre 2017 - visite guidate

locandina GEP 2017
locandina GEP 2017

Nel ricordo dei viaggiatori di ieri e di oggi, l’ardito balzo con il quale il ponte della Badia scavalca il fiume Fiora identifica Vulci e il suo territorio. Il ponte fa parte integrante del complesso della Badia che comprende anche il Castello, costruito a perpendicolo sulla riva scoscesa del fiume Fiora e quindi contiguo al ponte, con il quale forma un tutto unico. Il complesso si inserisce in un paesaggio di straordinario valore, caratterizzato dall’”orrido” del fiume Fiora, una profonda spaccatura nella roccia che interrompe i vasti pianori sui quali è sorta la città etrusca di Vulci circondata da un anello di necropoli. Il “Ponte Rotto” insieme a quello della Badia costituiva uno dei transiti “obbligati” per giungere a Vulci. Deve il suo nome al fatto che neanche la perizia dei costruttori vulcenti lo salvò dall’impeto delle acque tanto che si rese necessario ricostruirlo nel corso del I secolo d.C. Abbandonato per secoli, è giaciuto sul fondo del letto del fiume coperto da limi e ciottoli finché la voglia di conoscenza non lo ha “risvegliato” dal suo liquido letto.

Durante la Giornata di sabato 23 settembre sarà possibile avvicinarsi a questi splendidi esempi di ingegneria e riflettere sul rapporto tra l’uomo e la forza spesso implacabile della natura.

Informazioni e prenotazioni:

Sabato 23: Ponte Badia: ore 15.00-19.00 (Ingresso libero)

Parco di Vulci: 9.00-18.00 (Biglietto: intero 8 €; ridotto 5 €; la visita delle 18.00 ha il costo di 5 €) 


Ponte della Badia: Sono previste tre visite guidate alle ore: 15.00, 16.00, 17.00. Appuntamento al parcheggio del Museo di Vulci; non è necessaria la prenotazione. Si raccomandano calzature adeguate ad una breve passeggiata in campagna.

“Ponte Rotto”: è prevista una visita guidata alle ore 18.00 ai resti di Ponte Rotto cui seguirà la visita alla Tomba François a quella delle Iscrizioni ed un breve excursus al Tumulo della Cuccumella. Appuntamento alla Biglietteria del Parco Naturalistico ed Archeologico; non è necessaria la prenotazione pur raccomandando, oltre a calzature adeguate ad una breve passeggiata in campagna, la massima puntualità. 

Per appofondire:

Ponte della Badia: Nel ricordo dei viaggiatori di ieri e di oggi, l’ardito balzo con il quale il ponte della Badia scavalca il fiume Fiora identifica Vulci e il suo territorio. Il ponte fa parte integrante del complesso della Badia che comprende anche il Castello, costruito a perpendicolo sulla riva scoscesa del fiume Fiora e quindi contiguo al ponte, con il quale forma un tutto unico. Il complesso si inserisce in un paesaggio di straordinario valore, caratterizzato dall’”orrido” del fiume Fiora, una profonda spaccatura nella roccia che interrompe i vasti pianori sui quali è sorta la città etrusca di Vulci circondata da un anello di necropoli. Il ponte presenta una grande arcata centrale collegata alle ripe rocciose del fiume da un’arcata minore a destra e da una spalla possente a sinistra.

Questo straordinario monumento, realizzato in muratura a blocchi di pietra, è il risultato di interventi successivi che vanno dalla fase più antica, probabilmente etrusca, indicata dalla presenza di blocchi squadrati di tufo rosso, ad età moderna, cui risale la realizzazione della spalletta meridionale.Il profilo aereo del ponte, così alto sul livello del fiume, gli ha consentito di resistere per più di due millenni alle piene del Fiora: ora la nuova sfida per il ponte è sopportare il cambiamento climatico e le terribili alluvioni che esso provoca.

“Ponte Rotto”: Questo Ponte insieme a quello della Badia e a quello segnalato dal Bonaparte poco più a sud di fronte al santuario di Legnisina, costituiva uno dei transiti “obbligati” per giungere a Vulci. “Ponte Rotto”, già segnalato da Renato Bartoccini nel 1960, è stato in buona parte riportato in luce nel corso di una campagna di scavo condotta fra il 2006 ed il 2008 nella vallata su cui prospettano i grandi ipogei ellenistici dei Tetnies dei Tarnas e dei Saties, la celeberrima Tomba François.

Gran parte dei resti oggi visibili sono riferibili alla struttura ricostruita nel corso del I secolo d.C. e costituita da quattro piloni e cinque arcate di 12 metri ciascuna, per una lunghezza complessiva di 85 metri.

Così come la sovrastante strada romana ricalcava un precedente asse viario, anche il ponte romano ne inglobava uno analogo di epoca etrusca al quale sono pertinenti quelle parti realizzate in tufo rosso.

Prima della conquista romana del 280 a.C. passato il Ponte, era una grande porta difesa da due torrioni laterali oltre la quale è verosimile ritenere fosse un quartiere industriale.

Da questo quartiere suburbano, sfruttando il corso del Fiora, uomini, prodotti e merci partirono verso l’emporion di Regae o, dal grande porto risalendo la corrente, giunsero sino alla Città favorendo quello straordinario sviluppo culturale ed economico fondamento per una delle più grandi Metropoli dell’antichità.

Ponte della Badia di Vulci 2