NEROLA (Rm) – Loc. Acquaviva. Rinvenimento di un doliarium

25/07/2016

Durante indagini archeologiche preliminari alla ristrutturazione del bivio Via Salaria Vecchia - Via S.P. 636 di Palombara, in Comune di Nerola (Rm), loc. Acquaviva, sono stati intercettati (luglio 2016) a notevole profondità, sotto due aiuole spartitraffico, resti murari di età romana che molto interesse hanno suscitato nella popolazione e negli amministratori locali (Fig. 1). Le indagini sono consistite, per ristrettezza di spazio, in due soli sondaggi distanziati di alcuni metri. Sono emerse murature con vani di porte attribuibili ad alcuni ambienti a destinazione rustica. L’elemento più indicativo è un grosso dolium in terracotta, privo di coperchio ma in perfetto stato di conservazione, tuttora in situ rasente un muro (Figg. 2-3). Il frammento di un altro dolio similare rende quasi certi che il sondaggio ha interessato una cella olearia (doliarium) che si estende sui tre lati non delimitati dal muro. In attesa di proseguire le indagini, gli scavi sono stati richiusi. Si può, tuttavia, sin d’ora affermare che i resti potrebbero appartenere a una villa rustica oppure a un luogo di sosta e ristoro sorto presso il bivio (mansio o statio viaria). Il sito si trova, infatti, lungo il tracciato dell’antica Via Salaria (miglio XXV), in virtù della cui fascia di rispetto paesaggistico-archeologico (riportata nella Tav. B 21 del P.T.P.R. Lazio) sono stati richiesti i sondaggi preventivi. Nel territorio di Nerola la Salaria è fiancheggiata da numerose ville produttive, che richiamano alla mente quella della zia di Varrone, Fircellia, al XXIV miglio, ove sorge effettivamente una grande villa, famosa per la sua redditizia uccelliera di tordi. Il doliarium, destinato a contenere olio della ben nota produzione olearia sabina, è databile probabilmente – in base alla tecnica edilizia ad elementi irregolari di calcare includente frammenti di tegole – al II-I sec. a.C. (Fig. 4). Nella terra di riporto sono stati rinvenuti reperti archeologici, tra cui un candelabro in bronzo quasi integro (Fig.5) (Z. M.).

 

 

Fig.1. Pianta dei resti portati alla luce

Fig.1. Pianta dei resti portati alla luce

 

Fig. 2. Il sondaggio con il doliarium

Fig. 2. Il sondaggio con il doliarium

 

Fig. 3. Resti del doliarium

Fig. 3. Resti del doliarium

 

Fig. 4. Particolare

Fig. 4. Particolare


 Fig. 5. Piccolo candelabro bronzeo a forma di tronco (dopo il restauro)

Fig. 5. Piccolo candelabro bronzeo a forma di tronco (dopo il restauro)