Ritorno a casa delle opere di San Bernardo a Nepi.

22/10/2020

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Con grande gioia la Soprintendenza dà la notizia del ritorno dopo molti anni, nella suggestiva chiesa di San Bernardo a Nepi, delle tante opere che la decoravano, a cominciare dalle belle pale d’altare che hanno ripreso il loro posto, come la monumentale Santa Caterina, che di nuovo osserva la sua chiesa dall’altare maggiore. Le opere sono di proprietà del Fondo Edifici di Culto che, per il tramite della Prefettura di Viterbo e del dirigente Filippo Falanga, ha seguito la complessa vicenda.

Una storia conclusasi col lieto fine, nata dalla costanza negli anni dei funzionari Luisa Caporossi e Iole Cippitelli (che ha seguito la cosa per circa 10 anni), rispettivamente della Soprintendenza e del Ministero degli Interni, unita alla disponibilità del Comune di Nepi che ha predisposto un impianto per la sicurezza delle opere e delle Cistercensi di Santa Susanna a Roma, che hanno riconsegnato i beni affidandone il trasporto alla ditta specializzata TrasportiAMO. Così è stato possibile vedersi completare nel migliore dei modi l’iter di questa vicenda.

Il rientro si è compiuto in tutta sicurezza grazie alla professionalità dei restauratori della Soprintendenza (Federica Di Napoli Rampolla e Francesca del Maschio), che hanno coordinato le operazioni. Un ringraziamento va ai funzionari della Prefettura di Viterbo, del Comune di Nepi, ai rappresentanti legali del Monastero di Santa Susanna e all’ispettrice onoraria del MIBACT Paola Berardi, che hanno presenziato alle operazioni rendendo possibile di fatto la restituzione.

 “Un’emozione a dir poco unica”, hanno commentato con un post su Facebook il sindaco di Nepi Franco Vita e il Delegato alla Cultura, al Turismo e alle Politiche Giovanili, Paolo Paoletti.

Le opere mancavano dal 2000 e tra esse forse quella di maggior prestigio, sostengono sempre su Facebook sul profilo di Paoletti, è il dipinto che rappresenta santa Caterina d’Alessandria, attribuita a Cristoforo Roncalli (detto il Pomarancio). Non si possono dimenticare, però, tutte le altre, quali quelle raffiguranti i santi patroni Tolomeo e Romano e il busto reliquiario di San Bernardo.

Insomma, sembra proprio il caso di dire e di concludere con le parole dell’assessore Paoletti: non c’è casa più bella della propria. Sicuramente, il fatto di aver reinserito nel contesto originario le opere permetterà anche di valorizzarle meglio.

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