27 GENNAIO. GIORNO DELLA MEMORIA. PER NON DIMENTICARE
27/01/2021
«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria. Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo». Primo Levi
Il 27 gennaio, Giorno della Memoria. Per non dimenticare. Anche il territorio della Tuscia si fa testimone di una memoria storica e identitaria: Montefiascone, Pitigliano, Tuscania, Valentano, Nepi, Viterbo, Acquapendente, Cellere, Bolsena, Farnese, Graffignano, Canepina, Corchiano, Caprarola, Vitorchiano, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Grotte di Castro e Ischia di Castro, San Lorenzo Nuovo, ma anche Castel di Guido, sono solo alcuni dei luoghi più coinvolti dalla tragedia del genocidio attuato dai nazisti verso gli Ebrei, ma che colpì anche tutti gli oppositori di quel regime.
Un esempio è Mariano Buratti: partigiano clandestino sui monti Cimini e militare italiano medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Fu catturato dai nazifascisti nel 1943 a ponte Milvio a Roma, imprigionato prima a via Tasso e poi a Regina Coeli, fu fucilato a Forte Bravetta nel 1944. Il liceo classico di Viterbo verrà poi intitolato a lui.
Proprio i comuni del viterbese divennero, a quel tempo, campi d’internamento. E molte sono le famiglie locali rimaste vittime dello sterminio. Come quella di Leone Paserman, che perse il padre Moszek, la moglie e i due figli. Ma non solo. Una corona verrà deposta a Viterbo, in via della Verità 19, nelle vicinanze del luogo in cui vivevano Vittorio Emanuele Anticoli, la figlia Letizia e suo marito Angelo Di Porto, prelevati dalla loro abitazione nel ’44 e deportati nei campi di concentramento ad Auschwitz, dove morirono. Ora in quel sito sono state poste tre “pietre d’inciampo”. Sopravvissero invece la moglie di Anticoli, Reale Di Veroli e il figlio di Letizia ed Angelo, il piccolo Silvano Di Porto, di soli 5 anni. La prima, infatti, era ricoverata per caso all’ex Ospedale degli Infermi. Il nosocomio sarebbe stato successivamente gravemente danneggiato nel 1944 per i bombardamenti aerei e ‘recuperato’ il 30 Novembre 1950, quando prese il nome di Ospedale Grande degli Infermi “Renato Capotondi Calabresi”. L'ospedale è stato in alcuni casi fonte di salvezza per alcune persone e oggi si avvia a diventare un polo culturale dove avrà sede anche la Soprintendenza di Viterbo di recente istituzione.
La famiglia Anticoli aveva un negozio in via Saffi, mentre una targa li ricorda a Porta della Verità. Molti altri ebrei viterbesi furono reclusi nel carcere di S. Maria in Gradi. Se #laculturanonsiferma, anche #lamemorianonsiferma.
Così le commemorazioni continueranno anche a Caprarola quando, il 30 gennaio, la professoressa Anna Nassisi intervisterà Romolo Veneziano, un sopravvissuto del ghetto di Roma rastrellato dai nazisti in quel famigerato 16 ottobre del 1943.
Tra le tante iniziative in programma, anche la mostra “L’Olocausto: storia e memoria nel rapporto tra le generazioni”, patrocinata dal Comune di Viterbo, a cura della Fondazione Carivit Perché memoria significa soprattutto trasmettere un messaggio e un insegnamento alle future generazioni appunto e ai giovani. Non dimenticando che lo sterminio colpì in maniera dura anche tutti coloro che venivano considerati diversi e ‘inferiori’, come gli omosessuali. A tal proposito si segnala la mostra di 15 pannelli e scatti, allestita presso la Provincia di Viterbo dal titolo: “Omocausto, lo sterminio dimenticato degli omosessuali”.
Olocausto, genocidio, Shoah (sterminio in ebraico), comunque lo si voglia chiamare, deve costituire un monito a contrastare ogni forma di repressione e discriminazione oltreché la condanna delle leggi razziali promulgate dal nazi-fascismo.
Com’è noto, la data del 27 gennaio 1945 indica l’apertura dei cancelli dei campi di sterminio di Auschwitz, con la liberazione di migliaia di deportati da parte delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa. La giornata (designata come Giorno della Memoria) è stata istituita in Italia con la legge n. 211 del 20 luglio 2000. Cinque anni dopo sarà recepita a livello mondiale e ufficializzata dall’Onu il 1° novembre del 2005: è la definitiva Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto.