14 MAGGIO 1922-2022. MONTECELIO NEI RICORDI DI RODOLFO LANCIANI
14/05/2022
In occasione delle iniziative organizzate a livello nazionale dal Ministero della cultura per la "Notte Europea dei Musei" e nel cinquantesimo dalla fondazione del Gruppo Archeologico Latino "Latium Vetus" - sezione Cornicolano si rende omaggio a Rodolfo Lanciani nel giorno della sua visita a Montecelio (RM) avvenuta un secolo fa.
Programma della giornata
ore 17,00
- saluto delle autorità
- presentazione dell'evento
- solenne lettura del discorso di Lanciani nel municipio di Montecelio
- conferenza di Zaccaria Mari, Funzionario archeologo e Direttore
scientifico del Museo:
DA CORNICULUM-MONTECELIO ALLA ROMA IMPERIALE PROFILO DEL GRANDE ARCHEOLOGO RODOLFO LANCIANI (1845-1929)
ore 20,30 - 22,00 - Visite guidate al Museo con approfondimenti relativi al Lanciani e alla sua attività di ricerca nel territorio cornicolano
I documenti custoditi nell'Archivio Storico Comunale, vera e propria miniera di informazioni sulla storia del paese, ci permettono di ricostruire passo per passo i vari momenti della storica visita di Rodolfo Lanciani a Montecelio, raccontata a grandi linee da don Celestino Piccolini che insieme ad Antonio Cerqua l'aveva accuratamente organizzata.
Al Piccolini si deve anche la pubblicazione integrale del discorso pronunciato dall'illustre ospite nella sala consiliare del Municipio in via della Lucera, discorso di cui abbiamo rinvenuto in archivio il manoscritto: sette piccole pagine dense di ricordi e sentimenti in cui l'attento visitatore troverà le motivazioni più esaurienti della dedica a Lanciani del museo archeologico comunale. Ad esso vanno aggiunte due lettere inedite del Senatore a Carlo Melacini, Sindaco di Montecelio, in risposta all'invito a recarsi in visita ufficiale al paese, una di Antonio Cerqua con il programma della giornata, gli inviti rivolti dal Sindaco ai notabili del posto e agli insegnanti perché facciano partecipare le scolaresche, e una garbata missiva della consorte di Lanciani, la Duchessa di S. Teodoro, che si scusa di non poter partecipare essendo appena uscita da una grave malattia.
Non mancano in questi scritti le notazioni di colore che ci permettono di immaginare il rombo degli aerei che solcano il cielo all'arrivo di Lanciani al Campo di Aviazione, previsto per le 10, la piazza gremita di folla, con i bambini delle scuole schierati accanto ai maestri, i muri imbandierati con gli striscioni che inneggiano all'ospite, le bambine dell'asilo con i fiori da offrire all'ospite. Poi l'arrivo di ben due automobili da Roma, i visitatori accolti dalle autorità e dagli applausi del popolo, forse anche dal suono delle campane, la cerimonia al Municipio, dove Lanciani pronuncia il suo discorso con voce ferma e commossa. Ma da questo momento ci viene in aiuto un testimone eccezionale, don Celestino Piccolini:
"In quella memorabile tornata del 1922, oltre al ricevimento in Municipio, il Venerando Senatore si compiacque sedere a mensa tra i primari concittadini nella sala superiore del palazzo costruito dal Principe dei Lincei Federico Il Cesi; e quindi con passo giovanile sali alla Rocca. Recava piacere il sentirlo rievocare tante cose via facendo. Dinanzi alla casa paterna identificò persino l'antica cisterna sebbene oggi ridotta a caffè e, ad un amico d'infanzia che si accostò a stringergli la mano, mostrò l'impronta leggera in fronte di una piccola cicatrice, frutto un di di una brava sassata tirata da un suo fratello. E dinanzi alle immagini della strada si levava rispettosamente il cappello, come a dimostrare che la scienza non esclude affatto la religione".
Tutto questo lo dobbiamo alle vecchie carte del nostro Archivio e a don Piccolini, che grazie ad esse poté scrivere la storia del nostro paese.
Per informazioni: Funzionario archeologo Zaccaria Mari (zaccaria.mari@beniculturali.it; 338-9566506)