Subiaco

Subiaco

Fig. 2. I capitelli sistemati nel chiostro di S. Scolastica
Provincia
Roma
Località
Monastero di S. Scolastica
Tipologia
capitelli
Autore della scheda
Zaccaria Mari

Descrizione

Nel chiostro gotico del monastero di S. Scolastica a Subiaco (fig. 1) sono custoditi numerosi elementi architettonici e frammenti scultorei di età romana, tra cui spiccano vari capitelli di colonna in marmo bianco, interi o quasi, alcuni dei quali trasportati di recente dalla Rocca Abbaziale. Quelli più importanti, in totale undici, che giacevano abbandonati a terra, sono stati oggetto nel 2015 di un intervento di valorizzazione realizzato su progetto della Soprintendenza archeologica, che ha provveduto anche al restauro. Tutti sono stati innalzati su supporti metallici e schierati, con l’idea di suggerire la prospettiva di un colonnato, lungo due pareti ad angolo del chiostro (fig. 2).

Tranne uno, sono sicuramente da riferire alla non lontana villa di Traiano agli Altipiani di Arcinazzo Romano, poiché identici o molto simili a quelli riemersi negli scavi eseguiti fra il 1999 e il 2011. Costruita nel 114-117 d.C. e frequentata soprattutto per il soggiorno estivo e battute di caccia, la villa traianea si compone di vaste platee impostate alle falde del monte Altuino: quella superiore (non ancora scavata) ospitava il palatium privato, quella inferiore, interamente riportata alla luce, aveva funzione di rappresentanza e comprendeva un giardino porticato con due fontane alle estremità e un fastoso triclinio incluso fra ambienti monumentali. Il portico antistante esibiva colonne scanalate in marmo, coppie di colonne lisce erano invece all’ingresso e all’interno degli ambienti. 

La villa era già conosciuta nel XVIII-XIX secolo per il rinvenimento di preziosi marmi colorati, strappati da pavimenti e pareti, e di elementi architettonici, che sono stati riusati, tra l’altro, in varie chiese dell’area sublacense. Gli ultimi scavi hanno restituito capitelli di ordine dorico-tuscanico, corinzio e composito, che, insieme agli architravi e alla decorazione del triclinio, rivelano una straordinaria finezza ornamentale e un accentuato colorismo, ottenuto con un sapiente uso del trapano. Confronti sono istituibili in grandi edifici pubblici di Roma eretti nel precedente periodo flavio, specie domizianeo, a dimostrazione che ad Arcinazzo furono chiamate maestranze urbane operanti già alla fine del I secolo.

Apre la serie, introdotta da un pannello illustrativo, un capitello dorico-tuscanico (fig. 3), in marmo lunense, simile a quello della Colonna Traiana, decorato (a partire dal basso) con foglie acantizzanti, due file di astragalo, ovuli alternati a lancette sull’echino e ancora foglie sull’abaco. Dello stesso tipo sono stati rinvenuti nella villa sei esemplari identici e vari frammenti, su alcuni dei quali compare la scritta DOM (incisa quando il capitello, durante la lavorazione, era rovesciato), interpretabile probabilmente come iniziale del nome del capofficina. I capitelli dorico-tuscanici (un altro è riutilizzato nella chiesa di S. Maria ad Arcinazzo Romano) dovevano essere collocati al piano superiore del portico del giardino o su un colonnato che abbelliva la facciata della villa.

I capitelli corinzi sono rappresentati da due esemplari (fig. 4), molto somiglianti a uno reimpiegato come acquasantiera nella suddetta chiesa di S. Maria e alla parte inferiore corinzia dei capitelli compositi. È probabile che questi fossero posti negli ambienti monumentali del piano terra o del piano superiore affacciati sul giardino. Un terzo capitello corinzio, della fine del II-inizi III secolo, differisce per le foglie, piatte e dal profilo spinoso, e per il maggiore sviluppo del calicetto fra le volute, pertanto la sua origine arcinazzese è dubbia e non è escluso che provenga dalla villa di Nerone a Subiao.

I capitelli compositi sono sette (fig. 5), quattro di piccole e tre di grandi dimensioni. Uno intero e vari frammenti derivano dagli scavi, altri due sono riutilizzati come acquasantiere nella chiesa di S. Maria. La decorazione è canonica: la parte inferiore, corinzia, si compone di una duplice corona di foglie d’acanto sormontate su ogni lato da viticci fioriti; la parte superiore, ionica, presenta un astragalo e l’echino, compreso fra volute, decorato da ovuli e semipalmette; al di sopra è l’abaco ornato con fiore centrale. In vari esemplari la punta di alcune foglie è stata restaurata usando piccoli perni metallici. Verosimilmente tali capitelli erano collocati sulle coppie di colonne degli ambienti monumentali.

Nell’esposizione è compresa anche una base ionica di colonna in marmo bianco (sormontata da un rocchio di colonna non pertinente), identica ad altre rinvenute nella villa, attribuibili alle colonne del piano superiore del portico e a quelle degli ambienti monumentali.

Il progetto espositivo è stato curato dall’architetto della Soprintendenza Sergio Sgalambro.

Bibliografia

Sulla villa di Traiano e i suoi marmi: Z. Mari, La villa di Traiano ad Arcinazzo Romano. Stato delle ricerche ed itinerario di visita, “Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte” 87, 2014, pp. 97-124, Z. Mari, La villa di Traiano ad Arcinazzo Romano alla luce delle recenti ricerche, in Ad finem Imperii Romani. Studies in Honour of Coriolan H. Opreanu, a cura di S. Cociş, V.-A. Lăzărescu, M. Gui, D.-A. Deac, Cluj-Napoca 2015, pp. 275-296, M. Lilli, Scavi di antichità nell’area della villa detta di Traiano ad Arcinazzo tra la fine del Settecento e la seconda metà dell’Ottocento, “Xenia antiqua” 6, 1977, pp. 163, 167), Z. Mari, The marbles from the Villa of Trajan at Arcinazzo Romano (Roma), in Interdisciplinary Studies on Ancient Stones (ASMOSIA X), a cura di P. Pensabene, E. Gasparini, Roma 2015, pp. 213-224

Fig. 2. I capitelli sistemati nel chiostro di S. Scolastica Fig. 3. Capitello dorico-tuscanico Fig. 4. Capitello corinzio Fig. 5. Capitello composito
Fig. 1. Localizzazione del Monastero di S. Scolastica (rif. Carta Archeologica della Provincia di Roma, 2004, Tav. XC)