Fonte Nuova

Fonte Nuova

Fig. 6. Interno della “grotta”
Provincia
Roma
Località
Osteria delle Molette
Tipologia
Grotta di probabile età romana
Autore della scheda
Zaccaria Mari

Descrizione

     Nel periodo aprile-ottobre 2019 il Comune di Fonte Nuova ha proceduto, sotto le direttive della Soprintendenza, alla sistemazione dell’area, al bivio fra Via Palombarese-Via delle Molette-Via Monte Bianco, ove sorgeva la storica Osteria delle Molette (fig. 1).

     La località faceva parte anticamente del territorio di Nomentum, il centro di origine latina situato a circa 3 chilometri in loc. Casali di Mentana, e si trovava al centro di una zona collinare di formazione vulcanica, sfruttata dal punto di vista agricolo per mezzo di villae rusticae. Nelle vicinanze correva anche una strada di interesse locale che collegava Nomentum a Tibur (Tivoli). Oltre all’agricoltura si sviluppò, grazie alla presenza di banchi di argilla e di una ricca idrografia, la produzione di laterizi e dovettero impiantarsi, soprattutto lungo la valle del fosso di S Lucia (denominato nel Medioevo Rivus Magulianus), mulini, documentati con sicurezza a partire dal XV secolo.

     L’Hostaria della Moletta (fig. 2) fu costruita probabilmente nella seconda metà del ‘500, poiché viene citata per la prima volta in una pianta del 1605 dell’Archivio Borghese (fig. 3), mentre non compare nella famosa mappa della Campagna Romana di Eufrosino della Volpaia redatta nel 1547 ad uso dei cacciatori. È quindi ancora rappresentata nella pianta del 1618 dell’architetto Francesco Peperelli ed è descritta in un inventario (Archivio Borghese) del 1765, ove si nomina anche una “grotta” con vasca per l’acqua. Alcuni resti dell’Osteria, sbrigativamente demolita, in quanto fatiscente, nel 2008, sono stati riportati alla luce nel 2015 durante la costruzione di una rotatoria.

     Nel 2019 la “grotta” è stata liberata dalla terra penetrata all’interno e dalle superfetazioni connesse al riuso per l’Osteria (figg. 4-5). Essa è in realtà una cavità artificiale tagliata nel banco tufaceo, costituita da un lungo ambiente rettangolare (m 10 x 2,20, alt. 2,30; fig. 6), pavimentato con lastre di tufo e coperto con volta ribassata, e da un piccolo vano a destra (m 3 x 1,40, alt. 1,50). Sul fondo sgorga una sorgente perenne, la cui acqua si raccoglie in una vasca moderna e fuoriesce all’aperto tramite una tubazione in terracotta inserita nella parete di tufo (fig. 7).

     Abbassando il livello dell’area esterna, si è avuta la sorpresa di trovare un piazzaletto, ove prosegue il pavimento rustico della “grotta”, delimitato ai lati da incisioni regolari praticate nel banco naturale e verso la strada da mattoni posti di taglio (fig. 8); su lato sinistro una vaschetta è stata riattivata convogliando di nuovo l’acqua in uscita nella tubazione di terracotta (fig. 9).

     Mancano elementi per stabilire quando l’ipogeo sia stato realizzato, ma nulla vieta di ritenere che risalga ad epoca romana. Se si considera, infatti, che per gli antichi ogni fonte era sacra, non è escluso che vi fosse praticato un culto al fons stesso o alle Nymphae/Lymphae.

     La piccola area esterna di forma semicircolare, cui fa da sfondo la parete di strati di tufo e sedimenti utilizzata per qualche tempo come cava, è stata abbellita con piante e aiuole e resa fruibile tramite comodi accessi dall’antistante marciapiede. Tutte le opere eseguite hanno mirato innanzitutto a rispettare l’aspetto naturale del sito.

     Per volontà dei residenti è stata collocata all’ingresso della “grotta” una statua della martire S. Lucia.

     Lo scavo è stato seguito e documentato da Silvia Greggi.

Bibliografia

C. Pala, Nomentum, “Forma Italiae” I, 12, Roma 1976, pp. 7-18, Z. Mari, Tibur, pars tertia, “Forma Italiae” I, 17, Firenze 1983, pp. 20-22, p. 179, n. 177, pp. 179-181, n. 178, J. Coste, Appendice II - Topografia medioevale, in Tibur, cit., pp. 461-462, 469, 476, Z. Mari, Via Palombarese, km. 22,500, Le Molette, capanne di pastori, in Thomas Ashby: un archeologo fotografa la Campagna Romana tra ‘800 e ‘900, Roma 1986, p. 35, S. Passigli, La pianta dell’architetto Francesco Peperelli (1618): una fonte per la topografia della Regione Romana, Roma 1989, pp. 30-31, 104-107, J. Coste, Le vie che da Roma adducono a Monticelli, in Il Lazio tra antichità e Medioevo. Studi in memoria di Jean Coste, a cura di Z. Mari, M.T. Petrara, M. Sperandio, Roma 1999, p. 70, S.G. Vicario, Fonte Nuova entra nella storia, Roma 2004, p. 185, n. 68, fig. a p. 155, E. Curti, S. Greggi, Z. Mari, La “Grotta di Santa Lucia”, Fonte Nuova 2019 (opuscolo a cura del Comune e della Soprintendenza)

Fig. 2. L’Osteria delle Molette nel 1993 Fig. 3. L’Osteria delle Molette raffigurata in una pianta dell’Archivio Borghese (in alto a destra) Fig. 4. La “grotta” all’inizio dei lavori di recupero Fig. 5. La “grotta” dopo il recupero Fig. 6. Interno della “grotta” Fig. 7. Particolare della tubazione in terracotta Fig. 8. Piazzaletto Fig. 9. Ingresso della “grotta” con la vaschetta
Fig. 1. Localiz. dell’Osteria (Carta Archeologica Provincia di Roma, 2004, Tav. LIII - edificio a dex. del n. 87)