Guidonia Montecelio
Guidonia Montecelio
- Provincia
- Roma
- Località
- Via Tiburtina, km 17,500 ca. (Quartaccio di Castell’Arcione)
- Tipologia
- Via Tiburtina antica e sepolcreto
- Autore della scheda
- Zaccaria Mari
Descrizione
Nel giugno-luglio 2020, a poche settimane dalla scoperta di un tratto della via Tiburtina antica, numerose altre sono state le acquisizioni nel Comune di Guidonia Montecelio durante le indagini archeologiche preliminari all’allargamento della Statale Tiburtina programmato dal Dipartimento Viabilità e Infrastrutture della Città Metropolitana di Roma.
Il dato più rilevante per la conoscenza della topografia della zona in età romana è senza dubbio il rinvenimento dell’XI miliarium, una colonna di calcare con inciso, a grandi cifre, il numero indicante la distanza dall’Urbe, tornato alla luce abbattuto a terra, ma non lontano dal punto in cui era stato eretto (figg. 1-2). Spetta alla serie più antica di miliari, cui appartengono anche il n. VI dalla loc. Rebibbia e il n. IX dalla loc. Settecamini, in Comune di Roma, risalenti ad epoca tardo-repubblicana, che registrano la distanza dalle Mura Serviane, mentre nelle fonti letterarie ed itinerarie si trova riportata anche la distanza dalle Mura Aureliane (soprattutto nelle fonti più tarde) e dal Miliarium Aureum, innalzato nel 20 a.C. nel Foro Romano. La basilica paleocristiana di S. Sinforosa, situata di fronte al cantiere e rispetto alla quale è ormai dimostrato che la via Tiburtina correva a Nord, è collocata dal Martirologio Geronimiano (festa della Santa il 18 luglio) al IX miglio dalle Mura Aureliane, distanza che, se si calcola dalle Serviane, coincide invece quasi esattamente con l’XI miliario.
A margine di altri tratti del lastricato in basalto (figg. 3-4), intercettati dai sondaggi su una lunghezza di un centinaio di metri, ove è previsto che la via antica venga interamente seguita, cominciano ad affiorare strutture murarie di età imperiale, di cui al momento non si può escludere alcuna destinazione: tombe o edifici connessi alla strada, quali luoghi di sosta (mansiones) e ambienti di ristoro (tabernae).
All’estremità del cantiere, presso la rotatoria antistante il Centro Agroalimentare Roma (C.A.R.), esattamente all’altezza della medioevale Torre Pattume (oggi Villa Todini), è stato avviato lo scavo, per ora soltanto in superficie, di un esteso sepolcreto databile dagli inizi del I sec. d.C. a un periodo piuttosto avanzato (fig. 5), preceduto da un lungo muro in opus reticulatum e da strutture in opus quadratum (fig. 6). La costruzione più appariscente è un grande colombario a pianta rettangolare, purtroppo per circa la metà tagliato dalla Tiburtina moderna, con varie nicchie ad arco racchiudenti olle cinerarie in terracotta ripiene di cenere e frammenti ossei combusti (figg. 7-8). Tutte presentano due olle, tranne la nicchia centrale e due nicchie verso le estremità del lato lungo che, pur essendo di maggiori dimensioni, hanno una sola olla (fig. 9). Il colombario, che era coperto con soffitto ligneo, come dimostrano gli incassi per le travi sui muri, ed era accessibile da una porta con stipiti di travertino (in seguito tamponata) (fig. 10), deve essere ancora esplorato in profondità, ma dall’interro è già riemerso copioso materiale archeologico in marmo, tra cui due piccoli busti acefali, un coperchio di urna a forma di serpente attorcigliato e tabelle e stele con incisi i nomi dei defunti, due dei quali legati da rapporti di parentela (fig. 11).
Al colombario si addossano altre strutture funerarie di forma assai diversa (fig. 12), in cui al rito della cremazione si associa quello dell’inumazione, rappresentato da sepolture “alla cappuccina” con tubulo per le libagioni e a cassone in muratura (fig. 13). Lo scavo è alle fasi iniziali, tuttavia è possibile riscontrare anche qui quella concentrazione e utilizzazione totale degli spazi, protrattasi fino in epoca tarda, che di norma si riscontra nei contesti sepolcrali suburbani.
Il sepolcreto si sviluppava sul lato Nord della via Tiburtina, della quale al momento non è stato rinvenuto il lastricato, che invece riemerse nel 2002 subito ad Ovest, prima della stradina di accesso a Villa Todini, affiancato da almeno quattro tabernae.
Esattamente di fronte, sul lato opposto della via antica e della Statale moderna, furono scavati nel 2003 un sarcofago di travertino e vari ambienti rustici di una villa romana che erano stati sezionati dall’apertura dello svincolo verso Tivoli del C.A.R.
Lo scavo è stato seguito e documentato da Valentina Cipollari.
Bibliografia
Z. Mari, Via Tiburtina. Mausolei al X miglio, acquisizioni sul tracciato antico e sulla numerazione miliaria, “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma” 93, 1989-90, pp. 173-175 (sui miliari); L. Quilici, S. Quilici Gigli, Ficulea, Roma 1993, pp. 392, 420-421 (sui miliari); E. Moscetti, Tra Nomentum e Corniculum 1985-2009. Venticinque anni di scoperte archeologiche, scavi e recuperi nel territorio nomentano, cornicolano e della Sabina romana, Monterotondo Scalo 2012, pp. 116-117 (tabernae; sarcofago e villa)