Trono

Trono

Trono Fara Sabina
Materiale
Terracotta
Misure
altezza totale cm 140 ; altezza seduta cm 90
Provenienza
Montelibretti (Roma), località Colle del Forno
Dati di scavo
T. XXXVI

Collocazione

Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina (RI)

Descrizione

E’ un trono del classico tipo etrusco a schienale ricurvo, che doveva avere il piano di seduta in materiale deperibile; all’interno c’é una risega con dei buchi, forse per strisce di pelle. La seduta eccezionalmente alta, fa supporre l’uso di un suppedaneo, che è in effetti presente in molte riproduzioni di troni di questo tipo.

Il trono a grandezza naturale, è del tipo con parte frontale piatta e non arrotondata. Ai lati , poco al di sotto della seduta, due fori, uno per lato, probabilmente utilizzati per l’inserimento di un elemento (ligneo?) supporto per il trasporto.

La decorazione del trono consiste in una fila di fori allineati a uguale distanza tra loro, poco al di sotto del bordo della seduta, arrotondato; al di sotto di questi una decorazione a rilievo ottenuta con una fila di ovoli. Tracce di colore rosso sulla superficie esterna.

Stato di conservazione iniziale

Il reperto si presentava completamente frammentato. I frammenti che erano stati già lavati, puliti e consolidati solo sulla superficie esterna, erano in una stanza del Museo di Fara Sabina occasionalmente adibita a laboratorio.

Interventi di restauro

L’intervento di restauro del Laboratorio della SBAL, è iniziato con la pulitura meccanica a mezzo bisturi e spazzolini di setola morbida di tutte le fratture dei frammenti. Sono state successivamente consolidate le superfici risparmiate nel primo intervento con resina acrilica al 3% in acetone. Relativamente alle fratture, dopo l’accurata eliminazione di qualsiasi concrezione, si è proceduto all’applicazione di un film di resina acrilica in percentuale più alta, al fine di ottenere la reversibilità degli incollaggi.

L’intervento successivo è stato quello della ricerca degli attacchi che ha rivelato la presenza di frammenti anche non pertinenti .Gli incollaggi sono stati eseguiti con resina polivinilica che ha consentito di limitare l’uso di resina epossidica, che offre più garanzie dal punto di vista della tenuta ma che ha estreme difficoltà di reversibilità.

A fine ricomposizione il reperto si presentava lacunoso in più parti. Si è quindi scelto di reintegrare le mancanze, al solo fine di presentazione estetica, con polyfilla opportunamente colorata con pigmenti in polvere di una tonalità scelta a seguito di varie campionature.